Gennaio 2018, il secondo più caldo degli ultimi 60 anni

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Gennaio 2018, il secondo più caldo degli ultimi 60 anni

  • di: Redazione
  • Data: 06 Feb, 2018
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L’eccezionale anomalia termica di +2.4°C rispetto al trentennio di riferimento 1981-2010, pone il gennaio 2018 al 2° posto fra i mesi di gennaio più caldi degli ultimi 60 anni, a pari merito con quello del 2007, e comunque solo a un decimo di grado sotto il più caldo in assoluto che rimane il gennaio del 2014. L’analisi del nostro Simone Abelli

D’altronde, nel corso del mese, la temperatura media nazionale non è mai scesa sotto il valore climatico di riferimento, evidenziando alcuni periodi decisamente miti caratterizzati da picchi di temperatura fuori stagione. A livello europeo i maggiori scarti dalla media si sono verificati fra i l’Europa centrale, i Paesi alpini e i Balcani settentrionali con valori anche oltre i +4°C. Pertanto sulle nostre regioni la più ampia anomalia termica è stata osservata al Nord con circa +3°C; seguono il Centro e la Sardegna con +2.6 e +2.5°C; infine il Sud e la Sicilia con +1.4 e +1.3°C. Di fatto le masse d’aria fredda hanno solo sfiorato il nostro territorio, limitandosi a invaderlo in poche occasioni. In particolare occorre notare come, nel mese statisticamente più freddo dell’anno, non si sia verificata alcuna incursione di aria artica. Hanno, invece, dominato le correnti temperate occidentali, a tratti molto intense, originatesi dal reciproco rinforzo delle depressioni nord-atlantiche e dell’Anticiclone delle Azzorre il cui risultato è stato la generazione di un corridoio di forti correnti occidentali che hanno invaso buona parte del continente portando, oltre ad aria relativamente mite, anche diverse perturbazioni, fra cui 4 vere e proprie tempeste delle quali una ha causato molti danni e 9 vittime nell’Europa centrale.

 

Sull’Italia spicca anche il notevole episodio di correnti sciroccali che, fra il giorno 7 e il giorno 9, ha dato origine a un’anomalia anche oltre i 6°C sopra la media, favorendo nuovi record di temperatura, sia diurni che notturni (qualche esempio di valori più elevati degli ultimi decenni: il giorno 8 a Roma minima di 17°C e massima di 19.9°C, a Palermo minima di 18.8°C e massima di 24.1°C, a Napoli massima di 21.5°C; il giorno 9 a Milano minima di 10.4°C). Durante questo episodio, molte zone del Paese hanno sperimentato notti decisamente miti, specie al Centro-Sud dove sono state osservate temperature minime intorno ai 15 gradi, valori che mediamente si riscontrano fra la tarda primavera e l’inizio dell’estate. Sempre nell’ambito di questo stesso evento non sono mancate altre anomalie; in particolare, nella zona fra il Nord Italia e la Svizzera la particolare situazione meteorologica ha favorito lo sviluppo di numerosi temporali di cui alcuni con grandine, un fatto assolutamente insolito nel mese di gennaio in queste zone.

In generale le 12 perturbazioni che hanno interessato in maniera più o meno significativa l’Italia non hanno portato molte precipitazioni (anomalia di -21% a livello nazionale), specialmente al Nord-Est e al Centro-Sud (tranne la Toscana) dove anche il 2018 incomincia con un deficit idrico; fra le varie città spicca Bologna con soli 4 millimetri di pioggia nell’arco del mese, corrispondente a un deficit pari a -87%. Solo il Nord-Ovest ha sperimentato un surplus di precipitazioni (+28%) determinato dalle piogge talvolta intense verificatesi fra Piemonte e Liguria: la stazione di Torino ha totalizzato più del triplo delle precipitazioni normali, mentre quella di Genova si è fermata a poco meno del doppio. Anche le abbondanti nevicate che hanno interessato l’arco alpino centro-occidentale hanno contribuito al surplus pluviometrico del Nordovest. Nel corso del mese, alle quote medio-alte, si sono accumulati diversi metri di neve creando le condizioni per numerosi distacchi di valanghe, alcune delle quali hanno generato danni e disagi. Gran parte di queste nevicate sono state causate dalle intense perturbazioni atlantiche sopraggiunte sull’Europa occidentale fra il 15 e il 22 del mese, le quali hanno prodotto ingenti precipitazioni, non solo sulle Alpi, ma anche nei Paesi confinanti, in particolar modo in Francia dove alcuni corsi d’acqua si sono ingrossati finendo per esondare, come ad esempio è successo a Parigi per via della piena eccezionale della Senna.


L’attuale stagione invernale, cominciata con un dicembre abbastanza promettente, ha deviato drasticamente per via di un gennaio fuori dai canoni. Climaticamente il mese di gennaio dovrebbe essere 1°C più freddo di dicembre. Nell’attuale stagione, invece, gennaio è stato quasi 2°C più caldo di dicembre, condizione che ha, per il momento, riportato i segni positivi nelle anomalie termiche invernali (+0.9°C a livello nazionale), accompagnate da un contemporaneo peggioramento del bilancio pluviometrico in molte regioni (-11% a livello nazionale).