Cambiamenti climatici: ecco come gestire il rischio che ne deriva

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Cambiamenti climatici: ecco come gestire il rischio che ne deriva

  • di: Anna Maria Girelli Consolaro
  • Data: 22 Ott, 2019
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I cambiamenti climatici sono ormai un dato incontrovertibile. La stragrande maggioranza degli scienziati in tutto il mondo concorda sul fatto che il climate change è in atto, che la causa (prendendo in esame soltanto il periodo che va dal 1880 ad oggi) è l’uomo e che le conseguenze, se non si porranno adeguati rimedi, saranno devastanti. Tali conseguenze si ripercuoteranno (anzi, già lo stanno facendo in maniera evidente) su tutti i settori della nostra vita personale e professionale: dalla salute all’economia, all’agricoltura, fino al turismo e la moda. C’è un settore, in particolare, che subisce in maniera diretta l’influenza dei cambiamenti climatici: è quello delle assicurazioni. In che modo, dunque, le anomalie climatiche vanno a influire sul business assicurativo? Il tema è stato trattato in maniera dettagliata a “Fast fast forward live”, evento organizzato da Axa XL lo scorso mercoledì 16 ottobre presso il Luiss Hub di Milano. Nel corso del convegno si è parlato di come gestire il climate change e di come possono le analisi predittive e i big data aiutare le aziende ad attuare una strategia di risk management efficace; è stato inoltre illustrato il funzionamento delle polizze parametriche.

Climate Change

L’emergenza climatica, d’altra parte, riguarda come abbiamo detto il presente. Per il futuro, se non si compiono adesso azioni concrete per fermare il climate change, si prospetta semmai uno scenario decisamente ancora più devastante. «Il futuro è già oggi», ha affermato Serena Giacomin, meteorologa e climatologa di Meteo Expert, nonché Presidente dell’Italian Climate Network. «Il cambiamento è già in corso. Negli ultimi 20 anni, le perdite economiche legate ai cambiamenti climatici sono aumentate del 151% e- sottolinea l’esperta- il 91% dei disastri naturali è legato a eventi meteo estremi. L’impatto economico dei disastri naturali nel 2017 è stato pari a 306 miliardi di dollari». Il cambiamento climatico, dunque, è in atto. «E più a lungo aspettiamo ad affrontarlo – dice- più difficile sarà mitigare i suoi affetti. E, soprattutto, diventerà impossibile trasformare parte di questo problema in opportunità». Dal 1880 la temperatura globale è cresciuta di 1°C, di cui 0,6°C a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso. La causa è ormai universalmente riconosciuta come antropica ed è correlata all’aumento dell’anidride carbonica (CO2) nell’atmosfera, mai così elevata dall’inizio dell’epoca storica. L’evidenza è data dalla perfetta coincidenza tra l’innalzamento della curva delle temperature medie e la curva dell’aumento della CO2. Le conseguenze si vedono a livello globale, ma l’Italia pare essere particolarmente esposta agli effetti, che si notano nelle modificazioni di tutti i fattori climatici correlati alle temperature, prima di tutto le precipitazioni che sono calate del 15% circa dagli anni ’60/’70, togliendo al territorio un volume di piogge pari al Lago Maggiore che sta portando il 21% del territorio nazionale a rischio desertificazione. I ghiacciai si sono ridotti del 30% rispetto alle dimensioni del 1960, l’innalzamento del livello del mare – che in questo secolo ci si attende raggiunga il metro – sta provocando l’erosione delle coste basse, tanto che ad oggi il 47% dei 2227 km di spiagge ha subito modifiche superiori a 25 metri. Tutto questo in un paese che già oggi conta 620 mila delle 750 mila frane censite in Europa, con impatto su una popolazione di 3 milioni di famiglie che vivono nelle zone interessate. Il periodo di svolta è stato individuato negli anni ’80, da allora le tempeste di vario tipo e le ondate estreme di caldo o freddo sono aumentate del 200%, mentre le alluvioni determinate da piogge intense sono aumentate del 400%. Tutti dati, questi, che parlano da soli. «Capire il fenomeno– spiega Serena Giacomin- è dunque il primo passo per provare a trovare soluzioni». L’esperta di Meteo Expert si è poi soffermata sull’aspetto relativa all’estremizzazione dei fenomeni: «Ogni anno vengono messi in atmosfera 53 mila miliardi di kg di CO2: è come se ogni anno mettessimo nell’aria l’equivalente di cinque milioni di Torri Eiffel. Se è vero che il clima sul pianeta è sempre cambiato, ora stiamo arrivando a una preoccupante estremizzazione dei fenomeni».

CO2

Negli ultimi anni, quindi, gli eventi climatici molto intensi o estremi si sono eccezionalmente intensificati. Il cambiamento climatico è divenuto misurabile a livello globale. Tutto ciò ha reso manifeste a livello planetario le tendenze verso un cambiamento di cui ancora non possiamo prevedere le piene conseguenze, nel breve come nel lungo periodo. Tali evidenze hanno via via portato le istituzioni e le imprese più preparate a porre maggiore attenzione verso il rischio climatico: tra le imprese, il settore assicurativo è per propria natura portato a valutare la pericolosità di minacce emergenti, assumendo un ruolo di opinion leader che può avere la capacità di influenzare i comportamenti a livello generale o individuale. «I meccanismi assicurativi – ha spiegato Serena Giacomin – possono fornire una compensazione finanziaria in caso di gravi perdite dovute ai disastri naturali, in modo che le vittime possano recuperare più velocemente, minimizzando l’impatto. Le compagnie assicurative possono svolgere un ruolo importante nella valutazione del rischio, segnalando le criticità, tramite premi, franchigie e pagamenti; anche in questo modo, infatti, coloro che sono esposti al rischio possono accrescere la loro consapevolezza». Secondo il parere dell’esperta, «la gestione del rischio può migliorare tramite incentivi o requisiti, promuovendo gli assicurati che si adoperano in azioni di adattamento, o al contrario, abbassando il risarcimento in caso di assenza di misure di manutenzione».

alluvione

Dopo l’intervento di Serena Giacomin, è stata la volta di Camillo Zaccarini Bonelli, Responsabile della Direzione Strumenti per la Gestione del Rischio di Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare). Bonelli ha sottolineato come non vi sia assolutamente consapevolezza del rischio che corre in maniera diretta e assai pesante l’agricoltura- settore che, paradossalmente, è proprio tra quelli colpiti in maniera più diretta dai cambiamenti climatici. «Nonostante gli incentivi pubblici all’assicurazione coprano fino al 70% del premio– ha affermato- solo un decimo della superficie agricola è assicurato, e solo il 30% della produzione è coperto da una polizza». Da non dimenticare che «esiste poi un forte squilibrio territoriale, laddove la più gran parte delle terre agricole assicurate si concentrano nel nord Italia».Le assicurazioni, da questo punto di vista, posso fare molto. Ad esempio, le compagnie assicurative possono svolgere un ruolo importante nella valutazione del rischio, segnalando le criticità, tramite premi, franchigie e pagamenti; anche in questo modo, infatti, coloro che sono esposti al rischio possono accrescere la loro consapevolezza. I meccanismi assicurativi possono inoltre fornire una compensazione finanziaria in caso di gravi perdite dovute ai disastri naturali, in modo che le vittime possano recuperare più velocemente, minimizzando l’impatto. La gestione del rischio può migliorare inoltre tramite incentivi o requisiti, promuovendo gli assicurati che si adoperano in azioni di adattamento.

tornado

In particolare, oggi esistono strumenti assicurativi all’avanguardia che sono in gradi di aumentare la consapevolezza e, parallelamente, efficientare la gestione del rischio. Uno di questi strumenti è l’assicurazione parametrica. Ne ha parlato, nel corso del convegno, Antoine Denoix, Ceo di Axa Climate, illustrandone in modo dettagliato il funzionamento e spiegando in tutti i particolari come opera una soluzione assicurativa di questo tipo. Infine, Antoine Denoix ha evidenziato i vantaggi in termini di efficacia e di resilienza di tutto.Ultima tematica affrontata, il rischio meteo. La delicata tematica è stata affrontata da Corinne Vitrac, Ceo di Axa XL risk consulting, che, dati alla mano, ha illustrato ai presenti la vision e la filosofia di Axa, in particolar modo per quel che concerne l’interpretazione della gestione del rischio. Il messaggio che il pubblico ha ricevuto in maniera forte e diretta dal convegno svoltosi è dunque che non si devono chiudere gli occhi di fronte all’evidenza dei cambiamenti climatici, che è necessario agire per combattere questo devastante fenomeno ma che possiamo anche avvalerci di strumenti tecnici precisi e affidabili per fronte al problema, a partire dal mondo delle assicurazioni.