Cambiamenti climatici e assicurazioni: per gestire il rischio serve la scienza
Come può l’assicurazione privata essere uno strumento di adattamento ai cambiamenti climatici? E, viceversa, come il settore del Risk Management si sta adattando al riscaldamento globale? A queste domande si sono cercate le risposte durante il tradizionale appuntamento genovese, l’Annual Marine Event, che da tre anni il Gruppo Lercari organizza in collaborazione con il partner riassicurativo GenRe, per approfondire la stretta connessione tra i dati meteo-climatici e la gestione del rischio, con un focus particolare sul settore marittimo.
Il cambiamento climatico è solo un problema ambientale?
No. Quando si parla di lotta contro i cambiamenti climatici, normalmente non viene subito in mente il settore delle assicurazioni, ma i dati parlano chiaro: il cambiamento climatico non è più da affrontare come un problema puramente ambientale, bensì come uno dei maggiori rischi socio-economici mondiali. Anche il mondo assicurativo ne percepirà gli impatti e il primo di questi è noto come rischio di impatto fisico, che si riferisce alla crescente frequenza e gravità degli eventi meteorologici estremi, in tutto il mondo. Tra gli eventi meteorologici calamitosi ci sono uragani, precipitazioni estreme, tornado, siccità, ondate di calore, inondazioni improvvise, innalzamento del livello del mare, mareggiate, etc. A parte l’impatto in termini di vite umane, che può essere devastante, c’è il costo sostanziale relativo al danno causato dall’accadimento di tali eventi.
Quanto costano i disastri naturali?
L’United Nations Office for Disaster Risk Reduction (Unisdr) ed il Centre for Research on the Epidemiology of Disasters (Cred) hanno rilasciato un rapporto dal titolo “Economic Losses, Poverty and Disasters” che presenta una contabilità dei danni diretti legati agli eventi meteorologici estremi, fenomeni il cui incremento in termini di frequenza ed intensità è legato al riscaldamento globale. Secondo il report, negli ultimi 20 anni si è verificato un aumento del 151% delle perdite economiche dirette causate dalle catastrofi legate al clima, per una quota pari a 1.600 miliardi di dollari, raggiungendo così la cifra record di 2.245 miliardi di dollari.
Cosa può fare il settore assicurativo per aumentare la nostra resilienza?
Riassumiamo le azioni in tre punti principali:
- i meccanismi assicurativi possono fornire una compensazione finanziaria in caso di gravi perdite dovute ai disastri naturali, in modo che le vittime possano recuperare più velocemente, minimizzando l’impatto;
- le compagnie assicurative possono svolgere un ruolo importante nella valutazione del rischio, segnalando le criticità, tramite premi, franchigie e pagamenti; anche in questo modo, infatti, coloro che sono esposti al rischio possono accrescere la loro consapevolezza;
- la gestione del rischio può migliorare tramite incentivi o requisiti, promuovendo gli assicurati che si adoperano in azioni di adattamento (ad esempio: messa in sicurezza del tetto di casa, degli infissi, cura degli spazi verdi, argini, etc.) o, al contrario, abbassando il risarcimento in caso di assenza di misure di manutenzione.
Qual è, invece, il ruolo della scienza?
Per una efficiente gestione del rischio i dati meteo-climatici sono essenziali, sia quelli storici per una valutazione territoriale dei rischi in base agli accadimenti passati, sia quelli di previsione in caso di eventi meteo intensi in arrivo (ragionando in un’ottica di previsione-prevenzione del rischio tramite una tempestiva comunicazione di allertamento all’assicurato). Attualmente, per la valutazione del rischio, la maggior parte delle compagnie di assicurazione si basano sui dati storici statistici come strumento di sottoscrizione e di pricing. Tuttavia, con la repentina tendenza al Riscaldamento Globale di questi ultimi decenni e – più in generale – con il cambiamento climatico, le medie storiche stanno cominciando a perdere efficacia. Il continuo aggiornamento dei dati diventa indispensabile per far sì che il rapporto tra il settore assicurativo e il settore scientifico meteo-climatico diventi davvero risolutore, e comprendere cosa rende l’assicurazione più performante è utile per guidare l’azione d’adattamento.
L’Annual Marine Event, un incontro costruttivo tra il settore assicurativo e scientifico
All’Annual Marine Event si è parlato anche di questo: il benvenuto di Gian Luigi Lercari, (A.D. dell’omonimo Gruppo, che ha ricordato come quest’anno ricorra il 140° anniversario dalla fondazione, avvenuta proprio a Genova come Studio peritale Marine) ha anticipato l’apertura del convegno da parte di Pietro Toffanello ( Managing Director Property & Casualty, UK, Italy and Ireland di Gen Re). L’intervento di Meteo Expert – in un keynote speech – ha subito polarizzato l’attenzione di una qualificata platea di operatori Marine sulla sempre più stessa interconnessione fra meteo-climatologia e gestione del rischio Marine. Dopo un’introduzione specifica al tema del Global Warming, si è passati a spiegare la grande differenza tra meteorologia e climatologia.
Il tempo meteorologico:
- è lo stato dell’atmosfera in un dato luogo e in un determinato momento
varia continuamente in funzione dei movimenti delle masse d’aria - si può descrivere in tempo reale misurando variabili come temperatura, umidità, velocità del vento, pressione, etc.
- nel futuro a breve termine è l’evoluzione dell’atmosfera (quindi la previsione meteo) calcolata con un metodo che in fisica è definito deterministico
Il clima invece:
- è la condizione meteorologica mediamente attesa in un luogo e in un determinato periodo dell’anno
- si può descrivere solo grazie all’osservazione prolungata nel tempo di parametri come temperature, umidità, velocità del vento, pressione, etc.
- è determinato da valori statistici mediati sul lungo periodo (almeno 30 anni, come stabilisce la World Meteorological Organization)
- nel futuro si calcola con un modello di base statistica (e non deterministica) simulando la variazione nel tempo delle medie climatiche a partire dall’analisi dei dati raccolti nel passato.
Queste differenze, tutt’altro che banali, hanno un richiamo alla contemporaneità ed alle polemiche scaturenti, anche a livello politico, dalle più recenti condizioni climatiche – ad esempio dell’anomalo mese di maggio 2019 – che sembrerebbero sconfessare le affermazioni da parte della Comunità Scientifica su cambiamento climatico e Global Warming, del quale quest’ultimo è solo uno degli aspetti più significativi. La comprensione di tali processi scientifici diventa la base su cui avviare una costruttiva discussione riguardante l’applicazione dei dati al settore assicurativo.
Cambiamento climatico e settore assicurativo, quale futuro?
Nella successiva round table “Climate change e mondo assicurativo: quale futuro?”, condotta da Lorenzo Vismara (Claims Manager Gen Re), Emanuela Bassanelli (Marine Complex Claim Adjuster AIG), Paolo Tassetti ( Major Account Segment Leader Chubb) e Alessandro Morelli (Chief Insurance Officer at Siat, Marine & Aviation Manager UnipolSai) hanno dato luogo ad un vivace dibattito e scambio di esperienze sugli evidenti processi di cambiamento in atto anche nel comparto Marine alla luce del cambiamento climatico (come, ad esempio, l’evento estremo di fine 2018 che provocò devastazioni non solo alla riviera ligure, ma anche il patrimonio boschivo del Nord-est) e sull’importanza di una sempre più viva cultura del rischio che tenga conto dell’evoluzione del contesto a livello globale. Basti pensare, ha ricordato Morelli, alle più recenti formulazioni contrattuali già da tempo applicate in altri Paesi (ad es. caraibici) per quanto riguarda la loss prevention e l’obbligo di mitigazione del rischio in caso di eventi estremi inserito nel wording di polizze Marine nell’eventualità di eventi estremi, lì molto più frequenti, ma che ormai si stanno diffondendo anche alle nostre latitudini. Il dibattito ha portato alla platea le esperienze maturate nel comparto marine alla luce del cambiamento climatico, facendo emergere l’importanza di un modello di gestione del rischio che tenga conto delle trasformazioni in corso a livello globale.
Il settore assicurativo protagonista nella lotta contro il cambiamento climatico
La sfida contro il cambiamento climatico è la più grande sfida di tutti i tempi e siamo costretti ad affrontarla. La corretta gestione del rischio è fondamentale in un’ottica di responsabilità, prevenzione e resilienza, ma anche in termini di mitigazione delle emissioni di CO2. Il settore assicurativo può agire come capofila nelle azioni di adattamento e potrebbe fare la differenza, sostenuti da cittadini sempre più consapevoli.
Del resto, gli impatti del cambiamento climatico non sono limitati nel tempo e neanche nello spazio. Le inondazioni, la siccità, le ondate di caldo, gli incendi e le tempeste senza precedenti che abbiamo visto negli ultimi anni sono il volto del riscaldamento globale e questo rischio – non futuro, ma presente – va gestito subito al meglio delle nostre possibilità.
Un approfondimento realizzato dalla meteorologa Serena Giacomin